ERNESTO COLOMBO

 

Ernesto Colombo propone una sorta di sculture pittoriche che traggono spunto dall’arte primitiva (soprattutto guerrieri stilizzati) per arricchirsi di suggestioni che attingono al dinamismo e alla ritualità di moderne band metropolitane. Viene da pensare ad icone di una cultura bellica in bilico fra età della pietra e civiltà post-atomica, ma spogliati della loro anima guerresca per assurgere a simboli di una aggressività mediata dalla cerebralità della cultura tecnologica contemporanea. E in fondo è proprio la loro intrinseca valenza simbolica ad operare come trait d’union fra antico e moderno lasciando intravvedere l’universalità dei valori traguardati dall’artista.

 



ALBINO PITTI

  

Albino Pitti, (nasce  nel 1951- Italia)  pittore. Da padre tedesco e madre italiana.

 Nel 1966 si stabilisce a Rotterdam e poi  Amsterdam, finito gli studi accademici  diventa  allievo di Pijlmaan.

A Brescia, inizia esporre opere fatte con macchie di colore, di espressione immediata, per passare poi ad una nuova corrente artistica "Espansionismo".

A Madrid crea opere di stile calligrafico, vedi  performance. Si considera la sua pittura per la sua estrema velocita'. Pittura non solo gestuale, ancheanalitica, una pittura di movimento, gesto e colore.

Arte informale  da forti emozioni, sentimenti dettati dal cuore.

Entra a far parte del Transvisionismo, negli anni  ’90. Periodo “Quaderni”e “Fogliacci”  testi di Luciano Carini.

Nel 1992, dedica una quarantina di opere  a Georges Mathieu,  Seguira’ il  libro dedicato “La guerra del Golfo”.

Sotto la direzione del critico  Giorgio di Genova, Pitti  da le dimissioni dal Transvisionismo per  fare parte del GAD “Gruppo Aniconismo Dialettico”.

All’Ateneo di  Madrid, viene  presentato dal critico  Joan Lluís Montane  “Pitti – il genio dell’amore,  dello spazio e del colore”.  Espone una decina di opere “serie nera” dedicate alla madre.

Anni 1997 – 2000, “La Ruta del Torbellino” libro  del percorso artistico di 14000 chilometri d’arte; “Pitti e Montane” esposizioni tra Spagna, Germania, Francia e Italia. Diventa una nuova voce nell’ambito artistico dell’Informale. Pitti partecipa a numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo,  e’ presente in numerosi quotidiani, radio e programmi televisivi e periodici d’arte.

Nel 2000 nuove opere,  dittici, trittici di enormi dimensioni. Periodo “Posthac, Materiae, Comiter, Imagine, Aperte”.Pitti, arte della calligrafia universale, forma espressiva profondamente spirituale  che ha una tradizione nell’astrazione lirica. Periodo “Sincere, Aequaliter, Sincere, Celiter, Bellum”. Rappresenta un percorso di crescita interiore che permette di conoscere meglio il mondo in cui viviamo.   Tanto e’ la sua lirica, tanto maggiore e’ la felicita’ personale. Per arrivare a questo risultato bisogna cercare di eliminare il proprio ego e studiare. Nel 2005 dipinge una tela di 50 metri, presso la Fondazione Museale Marguerite d`Este a Balaguer,  Spagna; personale e ultimo concerto come batterista. Periodo “Image, Aperte”. Nel 2007 inizia la collaborazione con la Galleria Arte e Kaos, performance, “ OPERA PRIMA ARCHIVIO”.

La creativita’ di Pitti non e’ il prodotto della coscienza, ma il fenomeno della vita stessa.

 Da luce ad una nuova filosofia dell’ informale ESPANSIONISMO “VIS”.  La vera creazione, e’ lo stato di non mente, l’elevato livello di spiritualita’ il pensiero, le emozioni e le aspettative. “Opera Prima Archivio”, Pitti il colore dell’aria di Giorgio Segato. Il mo(n)do dell’informale di Pitti di Nicola Davide Angerame. Movimenti dell’anima di Gabriele Traverso.

Bisogna liberare la mente e il cuore da ogni distrazione e concentrarsi sul significato dell'arte Pittiana.

 Nel 2010 e’  fondatore di "art, world, force" a Rotterdam.  Pitti opera con naturalezza e fluidita’ nel movimento della mano. E’ come uno scritto semplice e simbolico difficilmente capibile agli occhi non allenati. E’ estremamente sintetico, con la riduzione dell’essenziale raggiungendo il massimo grado di naturalezza. Nel 2011 -  Italia  performance, “VIS”, “Il cammino della vita”,“art, world,force”, “Il percorso della vita”, “Natale club Ferrari,  dipinge il  cofano della Ferrari , f. 3“, “ l'artista e la modella”,  “oriente sole” , “dipinge a Sofia il filobus“………   Viaggia sovente tra l’ Europa e gli States.   E’ sostenitore alla candidatura di Sofia per la Capitale Europea della Cultura 2019.  In marzo 2013 personale al Museo National Gallery di Sofia -  Vis & Vertigo,  curatore Youlian Raytchef, Anna Amendolagine. Performance “VIS - la nascita”, “il percorso della vita”.  Pitti espone nelle principali citta’ d’arte della Bulgaria, riscontrando numerosi successi sia televisivi che giornalistici.   Albino Pitti  è uno dei principali artisti dell’Arte Contemporanea. I suoi dipinti sono esposti in gallerie,  collezioni private,  musei e  fondazioni museali.  Sono numerosi i libri a lui dedicati.

Ma  come descrive il critico Guglielmo Gigliotti “Per Pitti l’opera non  nasce , essa esplode”.



ERNESTO GALIMBERTI


Nasce a Monza nel 1938. Vive e lavora a Monza, dove insegna Educazione Visiva alla scuola di pittura " Paolo Borsa".

Dal 1971, espone continuamente sia in Italia che all'esero.

"Galimberti, comincia a dipingere nel modo più tradizionale del termine, ma fin dall'inizio opera nel segno della Ambiguità, nel senso che le sue figure e le sue storie sono pregne di allusioni e doppi sensi. E' una pittura accesa, di espressionismo esasperato.

Nel frattempo studia Psicologia della Visione. Indaga a fondo (verificandoli sperimentalmente con la pratica pittorica) i fenomeni Psicovisivi e i problemi della percezione.

Questa cultura Gestaltica, lo porta a lavorare nell'ambito fenomenico; in quella zona dell'ambiguità e dell'apparenza in cui la realtà gioca a mostrarsi e a nascondersi, a rivelare e a celare la propria incerta verità..."

Gino Casiraghi



FILIPPO STANISCIA

Espone all'interno delle sue "APPROPRIAZIONI", un particolare genere artistico, revival artistici e soggetti prelevati da opere altrui, per frullarle, mischiarle,sovrapporle, le une con le altre.

Ma quale è la necessità che spinge l'artista a misurarsi in un dialogo a "monologo" con i maestri del passato quali: Modigliani,De Chirico,Picasso e via discorrendo?

Forse, può essere "l'esigenza" di ri-creare il dialogo, di creare condizioni umani "nuove" che possano restituire "immagini del passato" filtrandole in una "semplice purezza".

Non è un caso, a mio avviso, che Staniscia riesca a far confluire le campionature dei suoi soggetti, della sua scacchiera magica, per mezzo di soluzioni modulari, mai ripetitive, nelle quali si celano i "tratti caratteristici", gli "utopistici ritratti" nei quali la collettività si identifica.

La produzione stanisciana, merita attentamente, ma con prudenza, a tracciare un discorso narrativo di tipo biografico, indagando il mistero dello "specchio", smitizzando l'idea dell'icona di tipo wharoliana. Piuttosto è coerente ad un messaggio di filtro dell'immagine contemporanea, vuole "istruire" con la mente e per mezzo delle "figure ambigue" alla necessità di vedere oltre ciò che siamo e siamo stati. La sua storia dell'arte i suoi maestri, nelle sue opere diventano interpreti o, meglio, parti "attoriali": così per mezzo di una recitazione con atti sempre variegati, l'artista sviluppa un linguaggio metateatrale con il quale riusciamo ad entrare all'interno della sua enunciazione narrativa.

L'arte digitale, impiegata dallo stesso e strumento mediatico per elezione, diventa infine, anche, un interessante strumento educativo per aiutarci a comprendere le differenti "compomissioni stilistiche" che ogni suo elaborato comunica.


ALBERTO CUIUS IUCULANO


Nasce a Saronno in provincia di Varese nel 1973. Vive e lavora ad Origgio (VA).

La sua ricerca artistica si avvicina all’action painting per arrivare a contraddirla: il gesto dell’artista diventa controllato attraverso l'utilizzo di strumenti da lui stesso costruiti e si ridimensiona su piccole superfici.

Alberto Cuius Iuculano definisce il suo gesto "slow motion", anche se paradossalmente questo rallenty avviene nella frazione di un istante. Nell'arte di Cuius Iuculano ciò che appare al primo sguardo non racconta mai la verità, solo il fruitore più attento può cogliere i segreti che l'artista nasconde dietro le sue opere. Tale processo ci rimanda alle riflessioni sulla dualità della vita: libertà e controllo; destino e scelta; attimo ed eternità; apparenza e realtà. : Cuius Iuculano cerca di controllare il suo gesto e dilatare l’istante di tempo in cui questo gesto avviene.Una presa di posizione verso una contemporaneità che sembra svilupparsi senza regole e controllo, il cui scopo sembra essere unicamente quello del soddisfacimento di un impulso personale, e che sembra andare incontro ad un ineluttabile disfacimento. L’artista fornisce un nuovo metodo di organizzazione dell’esperienza privata e pubblica, basandosi sulle leggi assodate della matematica e della biologia. Davanti alle opere di questo artista non possiamo passare oltre velocemente.



PAOLO AVANZI

Paolo Avanzi nasce a Rosolina (RO) nel 1958. Risiede a Bresso (Mi). Appproda alle arte figurative, dopo esperienze in ambiti diversificati,

dallo studio del pianoforte alla scrittura di racconti e romanzi. Le sua produzione iniziale è di tipo polimaterico (utilizzo di 

plastiche e smalti) e privilegia l’informale. Il suo stile è caratterizzato da un processo di frammentazione

e deformazione della figura che viene percepita come attraverso 

uno specchio deformante.

Paolo è un pittore che si caratterizza per uno stile improntato ad una scomposizione dell’immagine in una 

serie di tasselli, così che la figura risulta percepita come attraverso una serie di specchi.

Le opere dell’artista possono quindi essere definite come il risultato di un gioco di composizioni e 

ricomposizioni dell’immagine. 

Il termine “s-composizione” riassume appunto questa dialettica fra una tensione distruttiva, tesa alla

frammentazione, e una forza unificatrice tesa invece alla ricostituzione della fisionomia unitaria del concetto rappresentato. Nel processo elaborativo Avanzi si avvale di tecniche di grafica digitale.

 Ma, è soprattutto a livello mentale che avviene la definizione del processo che conduce alla scomposizione

dell’immagine. Le singole tessere rimandano poi ad una meticolosa calibratura delle sfumature cromatiche

della materia (olio o acrilico) sulla tela per rendere in modo intellegibile, agli occhi dell’osservatore, la 

progressiva deformazione della figura. 

Questo processo di composizione e ricomposizione crea nell’osservatore un primo senso di

disorientamento che viene superato “prendendo le distanze” dall’opera. Solo infatti osservando la figura 

rappresentata dalla giusta distanza, è possibile superare la logica della frammentazione e cogliere il senso 

di unitarietà che collega le varie tessere ad un corpo unico. 

Ed è anche questo il processo elaborativo che segue l’autore teso, da un lato a riportare sulla tela con 

estrema minuzia i singoli dettagli (che si sviluppano con geometrica progressione), dall’altro a doversene 

distaccare, fisicamente e mentalmente, per rintracciare quel fil rouge che rende identificabile il soggetto.

 


CESARE MAREMONTI

L'attività pittorica dell'artista Cesare Maremonti che è fatta di colore, armonia e fantasia, traccia con rinnovato impegno un emozione di narrazione esclusiva molto interessante. Sono opere mai casuali o incerte che fanno riferimento ad uno stato d'animo e ad una composizione stilistica. Egli racconta storie di vita, sentimenti, segni e realtà con una sua incantevole veduta pittorica e autonomia espressiva. La capacità di sintesi, il segno strutturale e l'equilibrio gioco cromatico rendono l'opera del Cesare Maremonti di elevato significato estetico e contenutistico.

Monia Malinpensa

 


DIEGO RACCONI

Diego Racconi nasce a Milano nel 1968 e rimane attratto fin da giovane dalle arti e dalla pittura. Dopo un esordio da autodidatta, affina nel tempo le capacità tecniche e stilistiche grazie a valenti insegnanti appartenenti a diversi gruppi artistici di cui faceva parte.

La volontà di trasmettere emozioni attraverso la pittura emerge nella realizzazione di opere geometriche astratte, dove contorsioni dripping si sviluppano su trame geometriche. Il rapporto forma-colore-materia rappresenta una personale rielaborazione delle emozioni, rivisitate attraverso un linguaggio codificato di armonie e contrasti. Attualmente l'artista vive e lavora a Senago (Mi).


ANTONIO FUMAGALLI

Le opere di Antonio sono tutte caratterizzate dall'uso di uno dei materiali quasi mai sfruttato in ambito artistico: la pelle.

Questo materiale che E' VIVO,caldo e avvolgente lavorato con minuziosa cura interamente a mano permette la realizzazione di opere che non vanno solo guardate ma toccate, fruite e percepite in maniera diretta dall'osservatore.

Le creazioni cosi sapientemente eseguite danno all'artista la possibilità di trasmettere, a chi le osserva, la percezione della massima espressione dell'interiorità e della personale creatività che Antonio riesce a mettere nei propri lavori.

Molte opere dell'artista hanno come tema centrale il rapporto tra la vita interiore e il mondo esteriore, tra intimità e materialità.

La pelle è forse uno dei mezzi piu eccellenti per esprimere questi concetti. infatti, come lui stesso fa osservare, qualunque pezza di pelle ha due lati: quello esterno, generalmente chiamato "fiore", più attraente e accattivante, e quello interno, chiamato "strato reticolare", ramificato, grezzo,usurato.....insomma vissuto.

La pelle è quindi perfetta per esprimere, anche visivamente, questo dualismo, questa contrapposizione, queste due facce in antitesi ma che appartengono alla medesima medaglia.... che è poi la vita umana.


FABRIZIO BALDACCI

definire l'arte di Fabrizio e' estremamente semplice in quanto le sue opere sono frutto di tecnica e manualità che uniti alla fantasia ed all'inventiva permettono di dar vita a sculture di qualità e contenuto espressivo presente solo tra i grandi artisti.

il ferro e' il suo elemento, un materiale apparentemente povero, ormai morto, che con il lavoro di Fabrizio prende forma ed acquista espressione.

l'artista riesce ad eseguire sculture con materiali apparentemente pesanti come metalli e pietre riuscedo a trasformarli in opere di assoluta leggerezza oltre che dal significato intenso.
la ruggine che se ne impossessa conquista il ferro millimetro per millimetro, giorno per giorno, e dà al ferro colore e movimento. Sembra una storia senza lieto fine, ma è solo la semplice storia di una vita.
Alle figure ed ai soggetti non da mai "un volto "o un'espressione, il significato dell'opera viene percepito dai particolari.

l'artista riesce con le sue opere a materializzare un ricordo,un'immagine,una frase come fosse una vecchia fotografia che ferma un istante del nostro tempo fissandolo in maniera indelebile.